mercoledì, marzo 08, 2006

Eco.. per convincere i
delusi della sinistra

"Siamo di fronte a un appuntamento drammatico. Dal 2001 a oggi l’Italia è precipitata spaventosamente in basso quanto a rispetto delle leggi e della Costituzione, quanto a situazione economica e quanto a prestigio internazionale. Se dovessimo avere altri cinque anni di governo del Polo, rappresentati di fronte al mondo dai Calderoli e dalle ultime leve (appena arruolate in Forza Italia) dei più impenitenti tra i reduci di Salò, il declino del nostro Paese sarebbe inarrestabile e non potremmo forse più risollevarci.
Quindi l’appuntamento del 9 aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti elettorali del passato: in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato senza sospettare che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le istituzioni democratiche. Ora si tratta invece di salvare queste istituzioni.
In questo frangente i partiti di opposizione cercano, come è ovvio, di catturare il voto degli indecisi che nelle scorse elezioni avevano votato Polo e che si sono sentiti traditi. I partiti fanno il loro dovere, ma ritengo che rivolgendoci ai soci e ai simpatizzanti di Libertà e Giustizia occorra fare un altro ragionamento.
Uno dei rischi maggiori di queste elezioni non sono solo gli indecisi che hanno votato a destra la volta scorsa (i quali si sposteranno secondo dinamiche difficilmente controllabili, per fede o per pigrizia continueranno a votare come prima, o rinunceranno a votare). D’altra parte il loro numero, come mostrano i sondaggi, è oscillante. Io ritengo che il popolo di Libertà e Giustizia debba invece impegnarsi non per convincere gli indecisi di destra ma i delusi della sinistra.
Li conosciamo, sono molti e non è in questa sede che si possono discutere le ragioni del loro scontento. Ma è a costoro che occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da questo scontento, collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha condotta alla rovina. Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare a pari con il timore di una fatale involuzione della nostra democrazia, con l’indignazione che coglie ogni sincero democratico di fronte allo scempio che si è fatto delle leggi, della divisione dei poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno di noi deve ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati interessi..
Se pure questi amici ritengono di nutrire senso critico ed equanimità (perché è segno di senso critico ed equanimità – direi di onestà intellettuale - saper criticare la propria parte, e neppure il sito di Libertà e Giustizia si è sottratto a questo dovere), in questo momento essi debbono sacrificare i loro sentimenti e unirsi a tutti noi nell’impegno comune.
E’ in questa azione di convincimento che consiste il dovere e la funzione di quanti hanno partecipato in questi anni alla discussione che Libertà e Giustizia ha svolto e fatto svolgere. Ora la nave potrebbe affondare. Ciascuno deve prendere il proprio posto."
Umberto Eco

da www.libertaegiustizia.it

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

vete al carajo con la politica! gracias por hacerme milano tan politicA!

8:59 PM  
Anonymous Anonimo said...

perdoniamo all'illustre eco questa onda emotiva, di cui probabilmente si vergogna lui stesso, visto che la scarica sugli altri.
la delusione non è una questione di sentimenti, al contrario.
"In questi mesi i motivi di preoccupazione sono aumentati invece di diminuire.
Quale che sia l'esito della campagna elettorale e delle elezioni speriamo che le cose vadano meglio. Razionalmente non so davvero come possa succedere, ma col cuore ci spero", come dice un illustre "deluso di sinistra", nonchè membro di libertà e giustizia, nonchè candidato alle primarie del centrosinistra e lodato per il suo apporto, ma poi escluso dalla stesura del programma "perchè non appartenente a nessun partito".
il partito di eco non cerca di convincere gli indecisi o di far cambiare idea ai berlusconiani. ma è proprio questo il problema: questa sinistra non si è mai chiesta come un paese possa essere così malato da produrre una classe politica del genere.
salvo poi gridare al mostro in campagna elettorale.
e si chiede un senso collettivo di responsabilità. ma il senso collettivo non è un sentimento che può nascere dal catastrofismo della "involuzione berlusconiana". è una cosa molto più profonda, da radicarsi nella cultura. è un fatto molto razionale, è una visione della vita.
ma in italia non esiste, nè a destra nè a sinistra, in questo paese di cattolici che per salvare la propria anima mandano gli altri all'inferno.
non si può chiedere un voto quando se ne ha bisogno, per un'affermazione personale.
la nave è gia affondata. qualcuno si prenda delle responsabilità.
se lo capirete, inizierete a ricostruirla, popolo di navigatori.
ma soprattutto di santi.

9:18 PM  
Anonymous Anonimo said...

Non mi candido

"Sono completamente d'accordo con l'analisi di Umberto Eco e voterò dunque per il centro-sinistra, per la Rosa nel pugno o per i Verdi, ma per una questione di pura emergenza democratica. Però non mi candido. Non mi candido perché non credo che questo centro-sinistra, con questo stile e questa cultura politica, possa portare un cambiamento vero nel Paese. Non mi candido perché ho votato per l'abrogazione della legge sulla fecondazione assisitita e non voglio avere niente a che fare con il Comitato Scienza e Vita e con l'Opus Dei. Non mi candido perché credo, poche storie!, che almeno il cinquanta per cento dei nostri ministri e parlamentari dovrebbero essere donne. Non mi candido perché sono gay e vorrei avere pienezza di diritti, e parità con tutti gli altri cittadini di questo paese. Non mi candido perché questa coalizione non approverà la legge sui Pacs (si accettano scommesse). Non mi candido perché, al contrario di Rutelli, ritengo che Ratzinger e Ruini non dovrebbero influenzare la nostra politica. Non mi candido perché credo in un'Italia multirazziale e multiculturale. Non mi candido perché a quarant'anni sarei tra i più giovani parlamentari italiani. Non mi candido perché a star seduto tra Gerardo D'Ambrosio e Bobo Craxi mi girerebbe la testa. E non mi candido perché - a voler vedere - non c'era nessuno spazio per le cose che dico, strette tra il silenzio tombale di alcuni e le offerte di pura testimonianza di altri."

10:30 PM  
Anonymous Anonimo said...

molto vero

5:01 PM  

Posta un commento

<< Home