domenica, marzo 26, 2006
sabato, marzo 11, 2006
Bond(i)age
FORZA PARROCI!
BONDI SCRIVE ALLE PARROCCHIE,
MA UN PRETE RISPEDISCE IL PLICO AL MITTENTE
33263. ROMA-ADISTA.
BONDI SCRIVE ALLE PARROCCHIE,
MA UN PRETE RISPEDISCE IL PLICO AL MITTENTE
33263. ROMA-ADISTA.
"È, questo, il nostro modo di impegnarci per testimoniare la nostra fede. La prego di voler accogliere questo piccolo pensiero, la nostra semplice brochure, come un modo per condividere l'impegno difficile per l'affermazione della Verità Cristiana nella nostra società e nel tempo che ci è dato di vivere. Con questi sentimenti e pensieri voglia ricevere i miei più affettuosi saluti. Con viva cordialità. Suo devotissimo. Sandro Bondi".
Così si conclude la lettera allegata all'opuscolo "I frutti e l'albero. Cinque anni di governo Berlusconi alla luce della dottrina sociale della Chiesa" inviato da Forza Italia ai 25 mila parroci italiani. Si tratta di una brochure dove sono elencati tutti i provvedimenti in favore della Chiesa promossi in questi anni dalla maggioranza di centrodestra, fra cui la legge per la regolarizzazione degli insegnanti di religione, la legge per gli oratori, l'abolizione dell'ICI per gli enti ecclesiastici e non-profit, la battaglia per il riferimento alle radici cristiane dell'Europa e la difesa del crocifisso nelle scuole.
Particolare enfasi è riservata alla legge sulla procreazione assistita "approvata dal governo – scrive Bondi – e che la sinistra ha cercato di abrogare per mezzo di un referendum. La famiglia, cuore dell'attuale e fecondo lavoro pastorale di Benedetto XVI e costante premura dell'indimenticabile Giovanni Paolo II, ha guidato la nostra politica facendoci scoprire sentieri nuovi e oggi ancor più fecondi per la società italiana".
Rispetto all'appoggio dato alla guerra in Iraq, che finora ha provocato più di 30mila vittime civili, il coordinatore nazionale di Forza Italia scrive: "Non ci siamo, altresì, tirati indietro per costruire la pace nella verità, come recentemente ha affermato anche Benedetto XVI, impegnandoci, nel contempo, nella lotta alla povertà e alle malattie nel Terzo Mondo e in numerose missioni di pace nei Balcani, in Afganistan, in Iraq, dove i nostri soldati si sono distinti per preparazione e per umanità".
Don Aldo Antonelli ha rispedito al mittente l'opuscolo ed ha inviato a Sandro Bondi una lettera che di seguito riportiamo:
"Signor Bondi,
sono abituato a dare alle parole il loro peso per cui a chiamarla "onorevole" dovrei coartare la mia coscienza.
Ho ricevuto l'inverecondo opuscolo che lei, immagino, ha inviato a tutte le parrocchie d'Italia.
Glielo restituisco senza nemmeno sfogliarlo e le ricordo che le parrocchie non sono discariche di rifiuti né postriboli nei quali si possa fare opera di meretricio.
Abbiamo una nostra dignità, noi sacerdoti, e non siamo usi a svendere per un piatto di fagioli il nostro patrimonio religioso, culturale, sociale ed umanistico che voi in cinque anni di malgoverno avete dilapidato.
Avete fatto razzia di tutto. Avete dissestato la finanza pubblica, avete ridotto alla fame gli enti locali da una parte e foraggiato, dall'altra, gli enti ecclesiastici cercando di comprarvi il nostro silenzio se non addirittura la nostra compiacenza.
Avete popolato il Parlamento di manigoldi, ladri e truffatori. Di 23 parlamentari condannati in via definitiva più della metà (13 per la precisione) fanno parte del vostro gruppo. Avete fornicato con il razzismo della Lega e con il fascismo di Rauti. Con voi i ricchi sono diventati più ricchi ed i poveri più poveri. Il vostro "Capo" in cinque anni ha quadruplicato il suo patrimonio, mentre le aziende del Paese andavano in crisi. Solo l'elettromeccanica, nell'ultimo quadrimestre del 2005, ha perso il 7,1% del suo fatturato.
I nostri pensionati, da qualche anno in qua, non solo non riescono più ad accantonare un soldo, ma hanno incominciato a rosicchiare i loro già risicati risparmi.
Avete speso energie e sedute-fiume in Parlamento per difendere a denti stretti le "vostre" libertà mentre il Paese rotolava al 41° posto quanto a libertà di stampa e pluralismo di informazione, dopo l'Angola.
Avete mercificato i lavoratori e ipostatizzato le merci.
Si tenga pure, signor Bondi, la sua presunzione di coerenza con la "dottrina sociale della Chiesa". Noi preti vogliamo tenerci cara la libertà di lotta e di contestazione contro la deriva liberista e populista della vostra coalizione."
Aldo Antonelli
(parroco)
Antrosano, 1 marzo 2006
*Grazie don Worry.
mercoledì, marzo 08, 2006
Eco.. per convincere i
delusi della sinistra
"Siamo di fronte a un appuntamento drammatico. Dal 2001 a oggi l’Italia è precipitata spaventosamente in basso quanto a rispetto delle leggi e della Costituzione, quanto a situazione economica e quanto a prestigio internazionale. Se dovessimo avere altri cinque anni di governo del Polo, rappresentati di fronte al mondo dai Calderoli e dalle ultime leve (appena arruolate in Forza Italia) dei più impenitenti tra i reduci di Salò, il declino del nostro Paese sarebbe inarrestabile e non potremmo forse più risollevarci.
Quindi l’appuntamento del 9 aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti elettorali del passato: in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato senza sospettare che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le istituzioni democratiche. Ora si tratta invece di salvare queste istituzioni.
In questo frangente i partiti di opposizione cercano, come è ovvio, di catturare il voto degli indecisi che nelle scorse elezioni avevano votato Polo e che si sono sentiti traditi. I partiti fanno il loro dovere, ma ritengo che rivolgendoci ai soci e ai simpatizzanti di Libertà e Giustizia occorra fare un altro ragionamento.
Uno dei rischi maggiori di queste elezioni non sono solo gli indecisi che hanno votato a destra la volta scorsa (i quali si sposteranno secondo dinamiche difficilmente controllabili, per fede o per pigrizia continueranno a votare come prima, o rinunceranno a votare). D’altra parte il loro numero, come mostrano i sondaggi, è oscillante. Io ritengo che il popolo di Libertà e Giustizia debba invece impegnarsi non per convincere gli indecisi di destra ma i delusi della sinistra.
Li conosciamo, sono molti e non è in questa sede che si possono discutere le ragioni del loro scontento. Ma è a costoro che occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da questo scontento, collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha condotta alla rovina. Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare a pari con il timore di una fatale involuzione della nostra democrazia, con l’indignazione che coglie ogni sincero democratico di fronte allo scempio che si è fatto delle leggi, della divisione dei poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno di noi deve ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati interessi..
Se pure questi amici ritengono di nutrire senso critico ed equanimità (perché è segno di senso critico ed equanimità – direi di onestà intellettuale - saper criticare la propria parte, e neppure il sito di Libertà e Giustizia si è sottratto a questo dovere), in questo momento essi debbono sacrificare i loro sentimenti e unirsi a tutti noi nell’impegno comune.
E’ in questa azione di convincimento che consiste il dovere e la funzione di quanti hanno partecipato in questi anni alla discussione che Libertà e Giustizia ha svolto e fatto svolgere. Ora la nave potrebbe affondare. Ciascuno deve prendere il proprio posto."
Umberto Eco
da www.libertaegiustizia.it
Quindi l’appuntamento del 9 aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti elettorali del passato: in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato senza sospettare che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le istituzioni democratiche. Ora si tratta invece di salvare queste istituzioni.
In questo frangente i partiti di opposizione cercano, come è ovvio, di catturare il voto degli indecisi che nelle scorse elezioni avevano votato Polo e che si sono sentiti traditi. I partiti fanno il loro dovere, ma ritengo che rivolgendoci ai soci e ai simpatizzanti di Libertà e Giustizia occorra fare un altro ragionamento.
Uno dei rischi maggiori di queste elezioni non sono solo gli indecisi che hanno votato a destra la volta scorsa (i quali si sposteranno secondo dinamiche difficilmente controllabili, per fede o per pigrizia continueranno a votare come prima, o rinunceranno a votare). D’altra parte il loro numero, come mostrano i sondaggi, è oscillante. Io ritengo che il popolo di Libertà e Giustizia debba invece impegnarsi non per convincere gli indecisi di destra ma i delusi della sinistra.
Li conosciamo, sono molti e non è in questa sede che si possono discutere le ragioni del loro scontento. Ma è a costoro che occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da questo scontento, collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha condotta alla rovina. Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare a pari con il timore di una fatale involuzione della nostra democrazia, con l’indignazione che coglie ogni sincero democratico di fronte allo scempio che si è fatto delle leggi, della divisione dei poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno di noi deve ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati interessi..
Se pure questi amici ritengono di nutrire senso critico ed equanimità (perché è segno di senso critico ed equanimità – direi di onestà intellettuale - saper criticare la propria parte, e neppure il sito di Libertà e Giustizia si è sottratto a questo dovere), in questo momento essi debbono sacrificare i loro sentimenti e unirsi a tutti noi nell’impegno comune.
E’ in questa azione di convincimento che consiste il dovere e la funzione di quanti hanno partecipato in questi anni alla discussione che Libertà e Giustizia ha svolto e fatto svolgere. Ora la nave potrebbe affondare. Ciascuno deve prendere il proprio posto."
Umberto Eco
da www.libertaegiustizia.it
venerdì, marzo 03, 2006
.. leZioni (atto terzo)
(nella foto Romano P.)
".. Il tempo corre più veloce dei ritmi della politica.E allora, senza lasciare in dietro nessuno, dobbiamo cambiare marcia e dare un grande segnale di unità. Questo oggi ci viene chiesto dalla parte migliore del paese, che non tollera più un mondo politico litigioso e diviso.Il cantiere è aperto. Tutti sono chiamati a lavorare in questo cantiere.Vinceremo se sapremo innovare la politica, se parleremo agli italiani dei loro problemi. Se ogni energia sarà mobilitata.Ciò che ci deve distinguere e che alla fine ci farà vincere è il linguaggio della verità e della coerenza.Ed è con la verità e la coerenza che faremo crescere un'Italia Unita."
Fare crescere un'Italia Unita
(* nella riga)
(* nella riga)
".. Il tempo corre più veloce dei ritmi della politica.E allora, senza lasciare in dietro nessuno, dobbiamo cambiare marcia e dare un grande segnale di unità. Questo oggi ci viene chiesto dalla parte migliore del paese, che non tollera più un mondo politico litigioso e diviso.Il cantiere è aperto. Tutti sono chiamati a lavorare in questo cantiere.Vinceremo se sapremo innovare la politica, se parleremo agli italiani dei loro problemi. Se ogni energia sarà mobilitata.Ciò che ci deve distinguere e che alla fine ci farà vincere è il linguaggio della verità e della coerenza.Ed è con la verità e la coerenza che faremo crescere un'Italia Unita."
(dal discorso di Romano P., 11 dic. 2004)